- Per accedere alla Sezione "Albo Pretorio" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Bandi & Concorsi" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "il Comune" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Come fare per" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Galleria Fotografica" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Eventi e Manifestazioni" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Infocittà" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Imprese del territorio" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Elenco Siti tematici" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Modulistica" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Progetti" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Bilanci" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Amministrazione Trasparente" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "Il Turista" premi adesso.
- Per accedere alla Sezione "La Città Museo" premi adesso.
- Per rileggere i "Canali d'accesso" premi adesso.
Canali d'accesso
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
- La Città Museo
-
-
-
-

Castrum Argenti è un sito di pregio storico-naturalistico, sul promontorio di Monte d'Argento, a Marina di Minturno. Secondo le fonti, ospitò l’incontro che portò alla redazione del Placitum di Castrum Argenti, con il quale furono risolte le diatribe relative alla definizione dei confini tra il Ducato di Traetto (oggi Minturno) e la Terra Sancti Benedicti, governata dall’Abbazia di Montecassino.
È uno dei pochi siti protostorici del Lazio, in cui sono presenti anche materiali di età romana. I reperti testimonierebbero l'esistenza sul luogo di un importante insediamento costiero della prima età del ferro.
Nel periodo romano fu presente un sacello dedicato a Silvano. Nelle età altomedievale e medievale, sull’altura, si impiantò un castrum (castello), sede di una delle contee in cui fu diviso il Ducato gaetano. L’insediamento fortificato si articolò intorno ad un edificio di culto a pianta basilicale che la tradizione collega alla sepoltura di Santa Reparata, martire orientale associabile all’altro culto locale, quello di Sant’Albina.
Il luogo è stato interessato da varie campagne di scavo negli anni Ottanta, curate dal Museo di Arte Orientale di Roma e dalla Soprintendenza laziale. Sono tornati alla luce marmi lavorati, elementi di decorazione e monete.