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- » 4. La villa romana del console Marco Emilio Scauro
Il toponimo di Scauri deriva, secondo gli studiosi, da Marco Emilio Scàuro (162-90/89 a.C.), console nel 115, princeps senatus, politico romano legato a Caio Mario ed alla potente famiglia dei Metelli. Per oltre 30 anni fu leader dei conservatori. A lui si deve la costruzione del Ponte Milvio (a Roma) e della via Emilia che collegava Vada (Livorno) a Tortona (Alessandria). A Marco Emilio Scauro è da attribuire la villa romana, i cui resti sono racchiusi oggi in proprietà private, nell’antico rione, ma inseriti nell'area del Parco Regionale Riviera di Ulisse.
La villa maritima residenziale era arricchita probabilmente da statue, piscine e porticati e dotata di una pars fructuaria. Frammenti di anfore di Dressel, rinvenuti in via Mura Megalitiche, sembrano attestare l’antica esistenza, in loco, di una produzione vinaria, destinata anche all’esportazione. I resti della fastosa dimora, ubicati a ridosso del Monte d’Oro, sono inglobati in proprietà private.
Spiccano una porta a doppio arco, che immette in un altro corridoio, decorato da pitture parietali riferibili al III stile pompeiano, e sette arcate cieche in opera incerta o fornici (II-I sec. a.C.). A Scauri vecchia, durante i lavori per la coltivazione dei campi e per la costruzione di alcuni fabbricati, sono ritornati alla luce un mosaico pavimentale, colonne di marmo, anfore, monete, una statua maschile ed un blocco in pietra calcarea (con iscrizione incompleta).