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- » 3. La civiltà marinara
Il mondo del mare e della pesca si rinnova negli strumenti tipici del lavoro. Reti per la raccolta manuale delle telline, cordoni, una vecchia ancora e un grande rastrello con rete per la pesca sulle imbarcazioni. Le grandi nasse ancora bianche testimoniano l’importanza della pesca anche lungo il fiume Garigliano e un’antica bilancia rende vivo il ricordo della vendita del pescato tanto sudato. L’arte del tessere la rete è testimoniata dai suoi componenti che venivano realizzati manualmente con estrema cura e dedizione come la cocella (l’ago di legno), le corcete ( i galleggianti) e le chiummarole (i piombi).
Il pescatore, per intraprendere la sua attività, era costretto a vivere sulle sue imbarcazioni, lontano dal suo paese e dalla sua famiglia, sfidando giorno per giorno i pericoli del mare; per questo nutriva un profondo legame con la tradizione religiosa. A settembre e a dicembre, i pescatori e i fiumaroli tornavano nei loro paesi per festeggiare e onorare la Madonna. Lasciavano le loro barche e baracche per rinnovare una devozione e riconciliarsi con la vita che si svolgeva nel paese durante la loro assenza. Questi due mesi poco propizi per la pesca, costituivano per loro un desiderio tanto atteso mentre lavoravano sparsi lungo le coste tirreniche e, per la processione, portavano con tale leggerezza la Madonna sulle proprie spalle, come per alleggerire e addolcire le fatiche e i pericoli del mare sotto lo sguardo della loro Protettrice.
Il pescatore, per intraprendere la sua attività, era costretto a vivere sulle sue imbarcazioni, lontano dal suo paese e dalla sua famiglia, sfidando giorno per giorno i pericoli del mare; per questo nutriva un profondo legame con la tradizione religiosa. A settembre e a dicembre, i pescatori e i fiumaroli tornavano nei loro paesi per festeggiare e onorare la Madonna. Lasciavano le loro barche e baracche per rinnovare una devozione e riconciliarsi con la vita che si svolgeva nel paese durante la loro assenza. Questi due mesi poco propizi per la pesca, costituivano per loro un desiderio tanto atteso mentre lavoravano sparsi lungo le coste tirreniche e, per la processione, portavano con tale leggerezza la Madonna sulle proprie spalle, come per alleggerire e addolcire le fatiche e i pericoli del mare sotto lo sguardo della loro Protettrice.